PROGETTO PAROLA AI GIOVANI BOCELLI FOUNDATION – GIOVANNI CACCAMO

Parola ai giovani

Giovanni caccamo

Gli ultimi tre sono stati per me anni di solitudine, cammino e scoperta. Anni che hanno dato alla luce due istantanee indissolubili del mio percorso artistico: l’album Parola e il Manifesto del cambiamento.

Da diverso tempo provo a seguire le preziose coordinate ricevute dal mio Maestro, Franco Battiato. In un terso pomeriggio di primavera, seduti sul divano della sua biblioteca a Milo, dopo diversi minuti di silenzio, mi disse: «Avrai solo una strada per rimanere un uomo e artista libero, ricordarti sempre di scardinare la tua arte da ogni fine, fa sì che sia semplicemente lo specchio di ciò che sei. Non chiederti cosa dovresti fare o come dovresti essere per riuscire a scalare le classifiche, avere maggior successo o vendere più dischi; sarebbe una gabbia d’oro! Cerca invece di ascoltarti in profondità e capire cosa possa farti battere il cuore ed emozionarti in modo autentico. Lungo il cammino, farai incontri ed esperienze da cui nasceranno spontanei i tuoi nuovi germogli artistici. Lascia che fioriscano e non preoccuparti del resto!».

La sensazione che provo prima di ogni nuova avventura è sempre un misto di paura, entusiasmo e ambizione, ma gettare l’amo più lontano di quanto i miei occhi possano scorgere è sempre stata una costante nella mia vita.

La crisi che stiamo vivendo è l’anticamera di un grande cambiamento possibile e la nostra incapacità di immaginarlo si trasformerebbe nella morte del futuro stesso.

Tre anni fa, di fronte all’ennesimo foglio bianco, sono tornato a chiedermi in che modo la mia arte potesse trasformarsi in luce per me e per gli altri, quale nuovo e appassionante viaggio potesse farmi innamorare ancor di più della vita. Dopo settimane di ricerca ho trovato una risposta nel vibrante discorso di Andrea Camilleri: «Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole sono pietre, le parole possono trasformarsi in pallottole. Bisogna pesare ogni parola che si dice, far cessare questo vento dell’odio; lo si sente palpabile attorno a noi. Ma perché? Ma perché l’altro è diverso da me? L’altro, non è altro che me stesso allo specchio».

Folgorato da queste verità, mi sono tuffato nell’ascolto di diver- se sue testimonianze e interviste. In una di queste, affidava a noi giovani il compito di far sorgere un nuovo “Umanesimo della parola”. Ho pensato si trattasse di una missione utopistica ma, nel mio piccolo, non volevo tradire la sua fiducia. Così è nata l’idea di scrivere un album in cui la parola fosse protagonista indiscussa, perno creativo e poetico; un album in cui ogni canzone fosse ispirata da un testo di letteratura. Preparate le valigie della mia creatività, mi sono immerso in letture che potessero stimolarmi, selezionando poi le più emozionanti da cui sono nate le canzoni del disco. Ogni brano è preceduto dal suo testo di riferimento, interpretato da voci straordinarie. Un dialogo intergenerazionale tra anime e timbri, suoni acustici ed elettronica. Così, con il coraggio e la delicata sfacciataggine del sognatore, ho bussato alle porte dei miei compagni di viaggio: Willem Dafoe, Patti Smith, Aleida Guevara, Liliana Segre, Michele Placido, Jesse Paris Smith e Beppe Fiorello.

Solo dopo la pubblicazione dell’album, ho preso coscienza di come le azioni di un singolo acquistino il loro pieno valore nel momento in cui riescono a essere l’inizio di una nuova armonia condivisa.

Attraverso una risposta corale di centinaia di giovani, l’auspicio di Camilleri poteva, forse, prendere vita. Ho deciso quindi di lanciare il concorso di idee “Parola ai giovani”, per la redazione del Manifesto del cambiamento, rivolto a studenti o lavoratori che, come me, credono in un nuovo mondo possibile. Per partecipare bisognava rispondere, per iscritto, alle domande: “Cosa cambieresti della società in cui vivi e come? Qual è la tua parola di cambiamento?”.

Ho incontrato migliaia di ragazzi in università, carceri e centri d’accoglienza, ascoltato i loro bisogni, le loro paure e la loro visione di futuro. Sono rimasto immediatamente colpito da come il benessere, desiderato e agognato dai nostri nonni e vissuto dai nostri genitori, si sia trasformato oggi in un inibitore di ambizioni e desideri, paradossale causa di una latente, costante e corrosiva infelicità. Ragazzi disorientati e senza sogni chiedono con voce flebile e sibillina attenzioni e ascolto analogico, un contatto umano autentico, fisico, lontano dai social network. Ho scommesso che tra i tantissimi testi ricevuti avrei trovato delle testimonianze di valore in grado di riaccendere qualsiasi giovane si trovasse ad attraversare un periodo di impasse. Il Manifesto del cambiamento ne ha raccolte sessanta. Questo viag- gio mi auguro possa aiutarci a ritrovare la bussola interiore quando nebbia e apatia sembreranno essersi impossessati di noi oscurando ogni ipotetica visuale, riuscendo a essere scintilla di un cambiamento. Solo attraverso il dialogo con gli anziani e i saggi e la conoscenza del nostro passato potremo salpare a vele spiegate verso nuovi mari ed essere in grado di affrontare ogni difficoltà.

La parola è lo strumento! È madre della nostra storia e della nostra cultura, patrimonio di cui siamo tutti figli ed eredi universali.

Il cambiamento fonda le sue radici sul movimento, richiede immaginazione, consapevolezza e determinazione, l’abbandonarsi alla lentezza, alla fatica e al sogno.

Ispirato dalle visioni di cambiamento raccolte, certo che non esista futuro senza radici, ho sentito il bisogno di creare un dialogo nuovo tra analogico e digitale, giovani e saggi. Ho fatto incidere su fogli di carta cotone con caratteri tipografici in piombo alcuni dei nostri testi, utilizzando l’antica tecnica inventata da Gutenberg alla metà del XV secolo, rispettando la stessa poesia e meccanica.

Per farlo ho incaricato Loredana Amenta, giovane artista siciliana esperta in stampa e incisione, che ha adoperato una storica Albion Press del 1846, uno dei primi modelli di torchio tipografico verticale in ferro che ha permesso la diffusione del sapere. Ciascuno di questi fogli è stato poi affidato a un grande maestro contemporaneo che ne ha tratto ispirazione per un’opera d’arte cardine di un eterno confronto generazionale. Per poter cogliere la genesi dell’intero progetto, condivido con te questo QR Code. Inquadrandolo potrai ascoltare l’album Parola e acquistare il Manifesto del cambiamento

Giovanni Caccamo Artista

ringraziamenti

(gli elenchi di persone sono stati ordinati alfabeticamente) ringrazia

Tutti i partecipanti a questo volume hanno rinunciato ai compensi a loro spettanti a favore della Andrea Bocelli Foundation, per potere contribuire alla straordinaria missione di cura e supporto educativo di giovani fioriti in terreni sociali, economici e familiari dissestati.

Questo catalogo è il frutto della cooperazione di centinaia di anime che hanno a cuore i giovani e il futuro. Innanzi tutto vogliamo ringraziare gli artisti Francesca Cataldi, Maurizio Cattelan, Mario Ceroli, Emilio Isgrò, Mimmo Jodice, Giulia Napoleone, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Fabrizio Plessi, Arnaldo Pomodoro, Ferdinando Scianna, Guido Strazza.

Grazie a tutti i ragazzi che hanno inviato i loro testi e partecipato a Parola ai giovani, affidando con amore i loro pensieri, ognuno di voi ha seminato un bulbo eterno nel terreno del cambiamento e questo è il significato più profondo di questo movimento di luce.

Grazie a José Tolentino de Mendonça e Antonio Spadaro.

Grazie a Livia Ficoroni.

Grazie a Loredana Amenta.

Grazie a Itaca, per aver creduto in questa pubblicazione.

Grazie alla Andrea Bocelli Foundation a cui affidiamo il ricavato dell’intero progetto e della vendita di queste straordinarie opere, grazie ad Andrea Bocelli e Veronica Berti, a Laura Biancalani e tutta la famiglia ABF.

Grazie a Banca Ifis, main partner del progetto Parola ai giovani, a Ernesto Fürstenberg Fassio e Rosalba Benedetto.

Grazie all’amica Alessia Zanelli, filantropa sostenitrice di Parola ai giovani.

Grazie a Emil Rebek per la sua amicizia ed eleganza.

Grazie a Marco Anelli per la sua arte.

Grazie al Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini per aver ospitato la mostra delle opere e condiviso i valori e la profondità di questo progetto.

Grazie a International Music & Arts, a Francesco Cattini e Serena Sgarbi, a MN Italia, Marianna Petruzzi e Mary Cavallaro, ad Ala Bianca, BMG, a Dino Stewart, Martina Giannitrapani e Toni Verona.

Grazie a Prada, ad Antonella Lapetina e Carmine Spena.

Grazie al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI Secolo, grazie ad Alessandro Giuli, grazie a Irene De Vico Fallani.

Grazie ai Musei Vaticani, a Barbara Jatta, Francesca Boschetti, Rosalia Pagliarani.

Grazie a Gallerie d’Italia, grazie a Michele Coppola, grazie a Giulia Borroni e Alessandro Spagnoli.

Grazie a Mus.E e al Comune di Firenze, grazie al sindaco Dario Nardella, grazie a Matteo Spanò e Andrea Bianchi.

Grazie a Treccani, a Massimo Bray, Fiorella Favino, Irene Pepicello.

Grazie a Nunzio Galantino e Giovanna Melandri.

Grazie ad Alicia Lubrani, Angelo Bozzolini, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Joy Terekiev, Luca Cantoreggi, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Marco Rubino, Pulsee, Roberta Frau, Salvatore Pinto, Simone Demarchi, Valentina Rota, Vincenzo Coppola.

Andrea Bocelli Foundation

L’Andrea Bocelli Foundation, Ente Filantropico, la cui mission è Empowering people and communities crea e promuove progetti che mirano alla valorizzazione ed espressione del pieno potenziale delle persone e delle comunità nelle quali la Fondazione sceglie di lavorare. Abbiamo scelto l’educazione come chiave per favorire la costruzione di percorsi che portino a scrivere insieme storie di crescita, bellezza e opportunità e offrano occasioni di empowerment in luoghi in cui, a volte, le priorità sono altre. Crediamo fortemente che aver cura di un individuo sia aver cura della sua educazione con l’utilizzo di approcci e strumenti innovativi che inseriscono arte, musica e digitale nei programmi di apprendimento. Altresì ABF lavora per ripristinare condizioni di vita dignitose attraverso interventi che vanno dall’accesso a cure mediche, a servizi di recovery per emergenze umanitarie, a beni di prima necessità come l’acqua potabile. La consapevolezza di sé, dei propri talenti e delle proprie unicità, indagare questi aspetti fa parte di un processo di costruzione dei cittadini di domani alla quale la Fondazione auspica di poter contribuire creando spazi e contenuti che pongono al centro la persona e la rendono parte attiva di processi di apprendimento e formazione. Alla base la consapevolezza del profondo legame tra la qualità dell’esistenza individuale e le opportunità di relazione e riflessione; il valore dei processi di ricerca, scoperta e cura delle proprie unicità che portano al potenziamento delle capacità di un individuo e all’arricchimento del contesto sociale in cui egli si inserisce.

Sono oltre 3.500 gli studenti in Haiti che hanno accesso ogni giorno ad una educazione di qualità; 16.000 i bambini ospedalizzati che beneficiano del progetto ABF Digital Lab per la digitalizzione della scuola in Ospedale; 9 le strutture che ABF ha realizzato in Haiti ed Italia e 3 in procinto di essere inaugurate. Per fare questo, ad oggi, abbiamo raccolto dal 2011 oltre 54milioni. Dietro ai numeri dei progetti ABF, dietro ai risultati di bilancio, ci sono le persone con i loro sogni e speranze: il bambino di Haiti che tutti i giorni ha accesso a una istruzione di qualità e sogna di diventare ingegnere; la ragazza che fa parte dei nostri percorsi vocazionali e studia per diventare educatrice. Dietro ogni numero c’è una storia da conoscere, che grazie al contributo di tutti ci impegniamo quotidianamente affinchè possa avere un lieto fine.

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Prima edizione: agosto 2023

© tutti gli autori per i loro testi e tutti gli artisti per le loro opere

© 2023 itaca srl, castel bolognese all right reserved isbn 978-88-526-0762-2 stampato in italia da modulgraFica Forlivese, Forlì (Fc)